Pregiudizi italiani sull’Europa: il caso della difesa del multilinguismo

La scarsa conoscenza dell’Unione Europea porta con sé diversi pregiudizi che si diffondono senza fondamento. Si sente dire spesso che l’Italia “ubbidisce” all’Europa o fa scelte aprioristiche perché “lo chiede l’Europa”. In verità esistono casi importanti in cui l’Italia si è opposta e ha anche vinto la sua battaglia.

Uno di questi è la possibilità di scegliere la lingua italiana nei concorsi indetti da EPSO (Ufficio europeo per la selezione del personale) per lavorare presso le istituzioni dell’Unione Europea.
Nel 2007 alcuni bandi vennero impugnati dall’Italia presso il Tribunale dell’Ue e poi presso la Corte di Giustizia dell’Ue in quanto le lingue previste per il superamento dei concorsi per le istituzioni europee erano solo l’inglese, il francese e il tedesco. La stessa questione si è riproposta quasi negli stessi termini pochi anni dopo e, anche in quest’ultimo caso, l’Italia è arrivata fino al secondo grado di giudizio europeo.

La Corte di giustizia, dopo aver analizzato tutte le argomentazioni, provenienti sia dal Governo italiano sia dalla Commissione europea, giunse a dichiarare di fatto annullati i bandi di concorso in questione in quanto illegittimi. Tuttavia, la Corte ha aggiunto che spetta alle istituzioni decidere se e come limitare la scelta delle lingue.
Successivamente, Italia e Spagna impugnarono, sempre per la questione linguistica, alcuni bandi pubblicati nel 2013 da EPSO che, nonostante la Corte di Giustizia si fosse già pronunciata sulla questione, continuava ad utilizzare solo l’inglese, il francese e il tedesco sia nei concorsi, sia nelle comunicazioni con tutti i candidati. Il tribunale ha stabilito che l’utilizzo delle sole lingue inglese, francese e tedesca per le comunicazioni fra candidati e l’ufficio EPSO, sia di per sé illegittimo in quanto in contrasto con il regolamento n. 1.

Questa battaglia, durata 8 anni, ha ottenuto che l’italiano – insieme a tutte le lingue dei paesi facenti parte dell’Unione – non fosse discriminato come lingua.
Le competenze linguistiche sono al centro della costruzione dello spazio europeo dell'istruzione, sono indispensabili per la mobilità, la cooperazione e la comprensione reciproca.
La coesistenza di molte lingue in Europa è un simbolo forte dell'aspirazione dell'Unione europea a essere unita nella diversità.